Me li sono fatti tutti i tre giorni della trentesima edizione della Sagra del Maiale, quella che io reputo una delle sagre più belle dell’alto Salento, se non la più bella. La sagra si svolge a Villa Baldassarri nella prima decade di settembre, è una sagra che segna un po’ anche il termine dell’estate vera e propria anche se quest’anno le temperature sono sempre oltre i 30 gradi anche in questo periodo. Ieri ci sono andato con la mia Canon (sempre più fedele) per raccontarvi e farvi vedere da vicino l’atmosfera della sagra e soprattutto i suoi prodotti in degustazione. Incominciamo (il link alla galleria fotografica lo trovate alla fine del post)

A farla da padrone, ovviamente, è la carne di maiale: porchetta, salsiccia, ventresca e pezzetti, il panino costa 3,00 €. Vista la tipologia di cibo, si capisce come questa sagra sia nata in questo periodo e non in agosto, dove le temperature sono altissime per cui risulterebbe difficile consumare la carne di maiale. Tanto che, nella mia mente, la sagra del maiale ha sempre sancito l’inizio della frescura durante la sera, segno ormai della stagione che sta cambiando. Caso a parte quest’anno, dove stiamo registrando temperature alte anche in questi giorni, temperature degne della migliore estate. La carne di maiale occupa gli spazi più visibili e grandi, ma la scelta del cibo non si ferma qui: basta camminare lungo le strade della sagra per trovare stand o bancarelle con prodotti altrettanto gustosi. In primis, per me, le lumache che in questi giorni sono state proposte sia alla genovese che arrosto. In zona le chiamiamo uddhratieddhri, nome impossibile da pronunciare per voi, garantito. Ancora: frutta di stagione come i fichi d’india, le angurie e l’uva; il gelato artigianale; l’insalata; lu mennularu, vale a dire la persona che propone la bancarella piena di frutta secca e di passa tiempu. I prezzi sono onesti, la carne è cotta bene e il resto della gastronomia stuzzica il palato.

In quanto alle bevande, trovate la birra fresca, ma soprattutto vi consiglio il vino a base negroamaro (siamo nel cuore delle Terre del Negroamaro) che quest’anno è stato quello della Cantina Sociale Enotria di Guagnano. Nel mio girovagare, però, mi sono piacevolmente imbattutto in un produttore di vino artigianale in perfetto stile garagista (foto sopra), storia questa della quale vi parlerò un’altra volta. Colpiscono molto anche altri aspetti molto local di questa sagra, come un po’ anche in altre sagre del Salento: lo stand che propone solo vino – acqua, come a voler sancire la semplicità di questa terra e della sua gente che a tavola consuma semplicemente vino oppure acqua; la disponibilità dei ragazzi che preparano e distribuiscono i panini; i camioncini di prodotti un po’ più moderni, ma che nella loro offerta non possono non inserire la cupeta; il venditore di mustazzuoli locali che possono essere chiamati anche soltanto biscuetti. E poi la musica che non può mancare in una sagra di questo paesino salentino di appena 1.000 abitanti cui io sono molto legato. Ecco le fotografie nella galleria fotografica su Facebook cliccate qui, oppure su Flickr cliccate qui. Se a settembre vi trovate in zona, fateci una capatina 😉