Oggi vi porto a Roca Vecchia, nel Salento, una località sul mare fuori dal tempo. Probabilmente non farete il bagno qui, è una zona aspra, ma è una tappa affascinante del vostro viaggio verso sud, quello che viaggia lungo la costa da Lecce a Otranto.

La costa è puntellatta da spiaggette e scogli, alcuni dei quali fantastici (li trovate dopo Roca, a Sant’Andrea). Fermarsi a Roca significa fermarsi nella storia, il Salento è pieno di questi incontri ancestrali. Se volgete lo sguardo verso la torre, ebbene lì c’era un castello trecentesco da dove i soldati di Alfonso d’Aragona partirono nel 1480 per liberare Otranto in mano ai turchi. Oggi, però, vedrete soltanto i resti di quella storia: Roca era diventato un covo di pirati e Carlo V la distrusse nel 1544.

Tuttavia, volete che finisca qui questa storia? Assolutamente no. Il castello, in realtà, era posizionato in una zona che era già abitata in precedenza: insediamenti preistorici, grotte in cui si compivano riti sacri, sepolture scavate nella roccia, fortificazioni messapiche. A proposito di rocce, a due passi dalla torre c’è la grotta Poesia, una grotta che è stata utilizzata per secoli come luogo di culto dalle popolazioni locali, lo si capisce dalle scritte in lingua messapica, latina e greca del IV-II secolo a.C. Si chiama Poesia Piccola per distinguerla da un’altra cavità collegata, la Poesia Grande. Prima era asciutta, buia, accessibile da terra, poi è stata invasa dal mare e la volta è crollata.

Tutto intorno alla scogliera a picco sul mare, altre piccole grotte, inaccessibili, grotte che venivano utilizzate dagli anacoreti basiliani nel medioevo (ok, traduco: anacoreta è un religioso che abbandona la società per condurre una vita solitaria dedicandosi all’ascesi, alla preghiera ed alla contemplazione, via Wikipedia). Questa è Roca, poi andate verso sud alla scoperta delle meravigliose spiagge. Un’altra grande storia.

Se avete fotografie della zona oppure volete raccontare la vostra storia, contattami via email oppure dite la vostra nei commenti.