Ieri è stata la giornata del mio riconoscimento: sono diventato Ambasciatore delle Terre del Negroamaro, riconoscimento avuto durante la trentunesima edizione della sagra dell’uva cardinal a Guagnano. Un riconoscimento che mi riempe di orgoglio perchè è stato voluto dall’amministrazione comunale, dalla Pro Loco, dalle persone che ruotano attorno al mondo del vino nelle Terre del Negroamaro. Mi hanno consegnato un piatto con su dipinto il simbolo delle terre del negroamaro: l’omino che tiene in una mano un albero di ulivo, nell’altra mano un vitigno. Su di esso l’incisione Ambasciatore Terre del Negroamaro.

E’ stata una serata emozionante, per me. Non sono certo abituato a ricevere dei riconoscimenti pubblici, a maggior ragione nella mia città, di fronte alla mia gente. E un riconoscimento, oltre ad essere di per sè un momento bello, è anche un momento di riflessione personale. A pensarci bene, sono diversi anni ormai che lavoro nel campo della promozione del mio territorio, il Salento, un po’ attraverso questo blog, un po’ attraverso i social media ad esso legati, un po’ attraverso le mie relazioni offline. In maniera del tutto innata, ho sempre suggerito, ai turisti che porto in Salento, di fare una capatina nelle mie Terre del Negroamaro, terre piene di buon vino e aziende vinicole importantissime nel panorama vinicolo del sud Italia, terre piene di contraddizioni anche: stiamo vivendo una fase di mutamento che si sente e si nota parecchio nell’agricoltura, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista paesaggistico. Come tutte le fasi di transizione, non è certo indolore. Ma noto che le mie Terre del Negroamaro stanno prendendo la direzione giusta, fatta di una viticoltura e una vinificazione moderna con al centro di questo discorso il vitigno principe del Salento: il negroamaro (l’altro vitigno principe della zona è il primitivo).

Ottenere un riconoscimento è sempre bello. Quando sono salito sul palco, dove poi ha fatto seguito un concerto di pizzica, l’emozione si è fatta sentire tanto. Considero questo riconoscimento come un stimolo per continuare nel mio modo di promuovere il mio territorio e di collaborare con le amministrazioni e le aziende locali. Immagino un futuro roseo per le Terre del Negroamaro, un futuro fatto di grandi aziende vinicole, di tutela del paesaggio composto da vigneti intervallati di uliveti secolari, un futuro dove l’enoturismo è di casa nei borghi di quest’area del Salento (e non a caso sono parte di un progetto che sta lavorando in questa direzione). Ringrazio pubblicamente chi ha deciso di conferire un premio del genere a me, un internet geek che dalla mattina alla sera promuove il suo territorio sul suo blog da 1.000 lettori quotidiani, un bel cambio di rotta in queste latitudini, non credete? Nel mio cuore ero già ambasciatore del negroamaro: vengo da una famiglia di contadini che per secoli hanno prodotto vino, sono nato con il garage pieno di attrezzi per la vinificazione, appena ho mosso i primi passi sono stato sempre tra i vigneti d’uva. Ma adesso, lo sarò ancora di più.