Ecco 4 consigli per vivere il Salento, consigli che ci dà Alessia: 1) In Salento non si va di fretta; 2) Perdetevi; 3) Assaggiate, assaporate; 4) Fate silenzio, ascoltate. Alessia mi aveva promesso che avrebbe scritto le sue impresisoni della vacanza/scoperta del Salento, ci siamo conosciuti su Twitter. Grazie mille! A voi i consigli 😉

Sono stata in Salento due volte negli ultimi dodici mesi. Da turista, lo ammetto, eppure ho cercato di coglierne l’essenza il più possibile, di capire chi ci vive, come ci vive, di diventare parte di un luogo attraverso le sue bellezze, le sue tradizioni, il suo cibo e sì, anche le sue contraddizioni … Salento, da Lecce a Nardò lungo la litoranea: non perdetevela, perché se è vero che vi allunga il percorso, è altrettanto vero che vi regala panorami imperdibili a qualunque ora del giorno e con qualunque tempo. Prima regola: in Salento non si va di fretta. Postilla: qui la vita la si prende un po’ come viene, per cui lasciate perdere rigore e manie di perfezionismo. Ne soffre il codice della strada ma se vi ostinate a voler fare di testa vostra, pure se avete ragione, rischiate di rimetterci.

Per le spiagge o i punti dove fare il bagno, io consiglio una cartina della zona che trovate a poco prezzo un po’ dovunque e poi scegliete, sperimentate, cambiate. Ritrovate il gusto di “perdervi”. Scegliete l’escursione o la visita guidata, se vi va, ma lasciate spazio anche alla scoperta di paesi o borghi senza alcun preconcetto e preparazione. Io ho scoperto così Galatina, in un fuori programma pomeridiano, e me ne sono innamorata: è barocca come Lecce, assolata come Otranto, però ha un animo tutto suo fatto di chiese, di lastricato, di gente che parla a voce bassa, lontana dai clamori dei turisti.

Se siete qui d’estate, approfittatene: assaggiate quello che non mangiate abitualmente, fermatevi ad assaporare il resto. Non siate troppo diffidenti, né schizzinosi. Se volete consigli, lasciate perdere le guide blasonate, chiedete alla gente per strada, entrate nei panifici, nei negozi di alimentari, in quelli di prodotti tipici: chiedete, fate domande, rompete i vostri schemi alimentari. La cucina salentina è spettacolare perché ricca di piatti di terra e di mare. E i dolci sono semplici ma gustosi. Cercate e assaggiate la frutta, la verdura, i panzerotti, le pittule (anche se sarebbero un piatto natalizio), le simeddhe e i rustici, il polpo alla pignatta, i frutti di mare crudi (ma sicuri), gli gnumareddhi, la cupeta, i pasticciotti e i fruttoni e qualunque cosa vi sembri abbastanza lontana dal vostro menu quotidiano. E non dimenticate di accompagnarli a un buon bicchiere di vino. Rosso ma anche rosé e, perché no, con le bollicine, perché i produttori locali stanno facendo dei gran bei lavori in proposito.

Imparate da queste notti nere in cui nel cielo si vedono solo le stelle: se vivete in una grande città vi accorgerete subito della differenza. Il Salento vi insegna a fare silenzio e ad ascoltare. Ascoltate i suoni della natura, tra mare e vento. Ma anche questa lingua strana e musicale che più che pugliese sembra aver rubato alla Calabria timbri e sonorità. E poi sbizzarritevi nel cercare libri, fumetti e musica di autori di questa terra che non è solo pizzica e reggae. Giusto per fare due nomi, a Lecce e Galatina troverete negozi forniti o piccole librerie che sapranno indicarvi nella scelta giusta.

Non ho lasciato indirizzi, per la verità, né indicazioni di luoghi. Perché la cosa più bella qui in Salento, è che ognuno può costruire da sé il suo viaggio. Un itinerario che, se saprete prima di tutto ascoltarvi, diventerà un’esperienza interiore ricca e forte. Buon inizio!

Alessia
Va dicendo in giro che si occupa di comunicazione enogastronomica ed è appassionata di nuove tecnologie. Secondo i più è un modo come un altro per avere una scusa come un’altra per mangiare e bere. Seguitela su Twitter @alinova80. La foto in apertura è di Alessia, un angolino di Nardò.