Il 18 luglio 2008 2011 un tartaruga caretta caretta è apparsa in piena notte sulla spiaggia della Baia di Torre Lapillo, a un centinaio di metri da dove c’è la casa della mia famiglia. Un evento unico, raro, eccezionale. Bellissimo. La tartaruga marina caretta caretta è una tartaruga in via di estinzione lungo le acque italiane ed è minacciata un po’ in tutto il Mediterraneo, principalmente a causa delle attività dell’uomo. Vederla a pochi metri di distanza mi ha riempito il cuore di gioia. Vi racconto un po’ la storia di questa deposizione di uova a Torre Lapillo, nel comune di Porto Cesareo. Tutte le immagini che inserisco in questo post sono tratte dall’Area Marina Protetta Porto Cesareo (AMP).

Dai racconti che ho sentito a Torre Lapillo, pare che il primo ad accorgersi dell’uscita dal mare della tartaruga è stato un turista, orario notturno. Il quale stupefatto ha subito chiamato i vigili per poi fare una comunicazione a Legambiente e all’AMP. Vista l’importanza dell’evento (specie in via di estinzione), la zona è stata subito transennata, in maniera tale da evitare il contatto con l’uomo, e sorvegliata 24 ore su 24 dai volontari di Legambiente, che hanno fatto un lavoro straordinario. In tutti questi giorni, i volontari hanno misurato le temperature a 0, 10, 20, 30 e 40 cm di profondità nel nido, per tre volte al giorno alle ore 8, 12 e 20, sotto la guida del dottor Giacomo Marzano, incaricato dall’AMP. E’ andato tutto bene: il 20 settembre, dopo due mesi, sono nate le prime 20 tartarughine che vedete nella foto in apertura, in tutto le uova sono 60. Questo il messaggio dell’AMP:

Carissimi amici, finalmente la scorsa notte hanno iniziato la loro emozionante avventura le prime meravigliose tartarughine. Questa notte, così vicina all’essenziale, così profondamente naturale ha toccato i cuori di tutti coloro che hanno seguito con fatica e trepidazione i 60 lunghi giorni di attesa….Non ci resta che augurare buon viaggio alle piccole-grandi avventuriere.

L’ultima volta che sono stato sul sito era il 18 settembre, poca gente, l’estate verso la fine, i volontari sempre lì, giorno e notte. E nell’aria si percepiva che stava per accadere qualcosa, la nascita. Sono due le cose belle che mi hanno colpito molto in tutta questa storia:
– Un ragazzo volontario che vigilava sul sito mi ha riferito la storia della tartaruga. Pare che la caretta caretta deponga le uova laddove è nata lei stessa e le depone almeno 25 anni dopo la sua nascita. Il fatto che la mamma (foto precedente) sia tornata qui, dopo ben 25 anni di girovagare nei mari del mondo, ha dello speciale: la potenza della natura! Speriamo si sia trovata bene.
– La zona dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo è una zona ricchissima di biodiversità e il fatto che sia tornata una tartaruga di quelle dimensioni per nidificare sulla spiaggia di Torre Lapillo è un segnale positivissimo perchè significa che l’acqua è pulita, il sistema marino è sano e sta facendo grandi progressi dalla creazione dell’area marina protetta in poi.

Non posso che augurare un buon viaggio a questi esseri del mare meravigliosi. E ringraziare tutti coloro i quali si sono prodigati per la buona riuscita di questa nascita. Sperando che in futuro ce ne siano sempre di più. La prossima volta che venite a Torre Lapillo o in zona, ricordate che questo è anche il mare della tartaruga caretta caretta 😉

Sito di Area Marina Protetta Porto Cesareo
Sito di Legambiente Porto Cesareo

Rettifica, come da commento ricevuto in basso da Cristina
L’Area marina protetta di Porto Cesareo ha incaricato i tecnici del Centro recupero tartarughe marine dell’Osservatorio faunistico della Provincia di Lecce – Rete TartaSalento e del Centro recupero tartarughe marine di Rauccio del monitoraggio scientifico del nido, mentre la vigilanza del nido è stata realizzata dalla stessa Area marina in collaborazione con l’Osservatorio faunistico, il Parco di Rauccio, Legambiente e il CO.G.E.A.V. [fonte: Puglianews.org]. Qualora abbia dimenticato qualcuno, potete inviarmi i commenti in basso, sarà mia cura correggere tutte le informazioni ed è giusto riconoscere tutti colori i quali si sono impegnati in questa grande bella esperienza naturalistica. Grazie Cristina 🙂