Oria è una cittadina molto bella. E’ piena di storia. E’ bianca. Un po’ come tutte le città di questa zona della parte alta del Salento che si avvicina al confine con la Valle d’Itria. Nel mio immaginario Oria è stata sempre la città della religiosità locale perchè sede del Santuario più importante di tutto il Salento: il santuario di San Cosimo alla Macchia. I miei nonni mi raccontavano che ci andavano spesso a fare il pellegrinaggio a piedi. Dal mio paese sono poco più di 30 km, ma c’erano pellegrini che venivano anche da molto più lontano, dal Basso Salento o dalla parte centrale della Puglia, i cui viaggi a piedi duravano intere giornate. Solitamente, alla visita a San Cosimo e San Damiano di Oria si abbinava anche la visita a Santa Lucia di Erchie, distante pochi chilometri. Ancora adesso il santuario è un posto importantissimo per la religiosità locale, i pellegrinaggi si fanno ormai in auto in giornata stessa. Vi faccio vedere alcune fotografie di questo luogo e vi racconto qualche storiella ad esso legata.

Il santuario si riferisce al culto dei Santi Medici, che sono i compatroni di Oria. Si chiama di San Cosimo alla Macchia perchè sin dalle sue origini si è trovato sempre in aperta campagna (oggi è a 5 km da Oria) in un area senza coltivazioni, per cui: in mezzo alla macchia. Il santuario, al principio, era una chiesetta fondata dai monaci basiliani. Con il passare del tempo è cresciuto e la sua fama credo, ormai, abbia raggiunto una gran parte del Mezzoggiorno d’Italia, tanto che, se non sbaglio, è il secondo santuario più visitato dopo Padre Pio a San Giovanni Rotondo.

Da chiesetta quale era, adesso è un vero e proprio centro dotato di strutture e servizi: la chiesetta è stata ristrutturata e ampliata nel corso dei secoli per rispondere al flusso crescente di pellegrini; tutto attorno ci sono edifici per l’accoglienza delle persone; la Curia vescovile ha fatto edificare una moderna struttura che ospita il Seminario Vescovile; appena all’esterno della chiesa, oltre a un bel porticato, è stata creata una chiesa all’aperto per le celebrazioni del periodo estivo e primaverile; un parcheggio enorme con centinaia di palme vi attenderà all’ingresso; ci sono anche una sala che conserva gli ex voto dei fedeli e una zona etnografica (si chiama Museo Etnografico) che presenta una selezione di oggetti che raccontano tre secoli di storia salentina e in particolare della tradizione contadina. La gran parte di questi mutamenti si è verificata tutta nel corso della seconda metà del ‘900.

Un tempo, fino a pochi mesi fa, c’era anche un Giardino Zoologico, voluto dal vescovo Alberico Semeraro nel 1962, realizzato per dare sistemazione agli animali, locali ed esotici, che arrivavano in dono al santuario. Da ultime notizie che sono riuscito a recuperare, lo zoo dovrebbe ormai essere stato chiuso definitivamente, clicca qui.

L’importanza di questo luogo è data dal fatto che qui a Oria si trovano molte reliquie dei Santi Medici per i quali si fa una grande festa subito dopo Pasqua. Per maggiori informazioni su di essi, vi rimando direttamente a questo link. Se vi trovate in zona e siete interessati a un pezzo importante di religiosità meridionale, andateci. Poi, fate anche una capatina a Oria che ne vale la pena. Il sito del Comune di Oria è fatto molto bene, troverete un bel po’ di informazioni sulla sua storia, cosa vedere e dove dormire. Vi lascio con alcune fotografie del santuario: la chiesa, il parcheggio, il bar e l’ingresso dello zoo.