La notte più bella dell’estate salentina del 2010 è la Notte della Taranta, il 28 agosto 2010. Con questo articolo chiudo l’argomento presentandovi gli ospiti del concertone finale, chi sono, da dove vengono e quale è il loro bagaglio culturale e musicale. Gli ospiti arricchiranno il concerto finale del Festival della Notte della Taranta, sia nazionali che internazionali, oltre all’immancabile Uccio Aloisi, ormai il veterano della pizzica salentina con i suoi 82 anni. Ecco chi ci sarà.

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LUDOVICO EINAUDI
Pianista e compositore nato a Torino nel 1955, Ludovico Einaudi si è diplomato in composizione al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, e si è perfezionato sotto la guida del maestro Luciano Berio. La sua musica affonda le radici nella tradizione classica, con innesti di elementi derivati dalla musica pop, rock, folk e contemporanea. Il suo album del 1996, Le Onde, ispirato dall’omonimo romanzo di Virginia Woolf, in cui Einaudi compone e interpreta un ciclo di ballate per pianoforte, rappresenta un punto di svolta nella sua carriera. Il disco, concentrato di quel suono circolare, avvolgente e minimalista che diventerà la cifra del suo stile, sarà pubblicato un paio di anni dopo nel Regno Unito, riscuotendo unanime consenso di pubblico e critica. Come compositore di musiche per il cinema ha firmato numerose colonne sonore e ricevuto prestigiosi riconoscimenti; fra gli ultimi film da lui musicati ci sono This Is England (2008) di Shane Meadows, miglior film britannico ai Bifa, e Dirt di Bill Benenson, selezionato al Sundance Festival del 2009. Ha collezionato innumerevoli e importanti collaborazioni con grandi artisti provenienti dalle più diverse tradizioni musicali (da Ballaké Sissoko e Rodrigo Leão, a Mercan Dede, Paolo Fresu e Djivan Gasparyan), concedendosi numerose incursioni nel mondo dell’elettronica, dal progetto Transient con Armin Linke, alla collaborazione con i tedeschi To Rococo Rot, fino al recente side project Whitetree, con cui ha pubblicato l’album “Cloudland”, nel maggio 2009. Nel corso della sua carriera si è esibito in alcuni dei teatri più prestigiosi del mondo, tra cui La Scala di Milano, il Barbican di Londra, la Philarmonic Hall di Liverpool, la Philarmonie di Berlino, e Le Trianon di Parigi; i suoi dischi hanno venduto oltre settecentocinquantamila copie e con l’ultimo album, Nightbook (Decca, 2009) ha raggiunto la vetta delle classifiche di musica classica di tutta Europa.

DULCE PONTES
Nata nell’aprile del 1969 a Montijo, sulle rive del fiume Tago, poco distante da Lisbona, Dulce Pontes è oggi considerata una delle più fulgide stelle della world music, e tra le maggiori interpreti di tradizione fadista. Dal 1991, anno in cui vince il prestigioso Portuguese National Song Festival e successivamente l’Eurovision Song Contest, dove venne premiata come miglior cantante con il brano Lusitana Paixão, le rare doti interpretative di questa cantante hanno varcato i confini del suo paese, e raggiunto tutti gli angoli del pianeta. Unendo le sonorità malinconiche del fado con quelle più moderne del folk e del pop, e attingendo ispirazione dal mondo arabo, africano, bulgaro e brasiliano, Dulce Pontes ha ridato nuova vita alla musica tradizionale portoghese, e creato un suo particolare e unico stile, frutto anche di un’incessante ricerca sonora. Nel corso della sua carriera ha collaborato con artisti del calibro di Cesária Évora, Caetano Veloso, Marisa Monte, Carlos Nuñes, Andrea Bocelli, Ennio Morricone (con il quale ha realizzato l’album “Focus” nel 2003). Il suo ultimo album, Momentos”, uscito nel 2009, è un tributo ai suoi vent’anni di carriera, e raccoglie brani inediti e alcune delle sue più belle esibizioni live.

SAVINA YANNATOU
Savina Yannatou è nata ad Atene nell’aprile del 1959, ha frequentato il Conservatorio nella sua città e poi la celebre Guidhall School di Londra; ha cominciato la sua carriera di cantante partecipando a un programma di grande successo alla Radio Greca, sotto la direzione del compositore Manos Hadjidakis. Si è poi dedicata all’interpretazione di canzoni della sua terra, collezionando celebri collaborazioni con compositori contemporanei, per poi concentrasi sulla musica medievale, rinascimentale e barocca, fino a scoprire un grande amore per l’improvvisazione vocale, il jazz, l’avanguardia. Oltre alle moltissime partecipazioni e agli undici album a suo nome, con la band Primavera en Salonico, dal ’95 a oggi ha inciso sei album, di cui tre con la prestigiosa etichetta ECM di Manfred Eicher.

MERCAN DEDE & SECRET TRIBE
Arkin Ilicali, noto con il nome d’arte di Mercan Dede, è nato a Bursa, città turca a sud del Mar di Masmara, nel 1966. Studente di giornalismo a Istanbul, affascinato fin da piccolo dal suono del ney, il flauto tradizionale turco, e appassionato di musica e fotografia, comincia a lavorare come dj a ventitré anni. Nel corso del tempo accumula un’enorme esperienza musicale, e sperimenta la fusione di due generi apparentemente opposti, l’elettronica e la tradizione folklorica del suo paese, riuscendo a trasporre in musica la filosofia Sufi dell’armonia degli opposti. Il suo debutto discografico “Sufi Dreams”, nel 1987, viene accolto con entusiasmo e lo porta alla ribalta internazionale, procurandogli la partecipazione a prestigiosi festival. Nel 1997 forma Secret Tribe, gruppo composto da musicisti e danzatori dervisci, con il quale suona in tutto mondo e incide diversi dischi, alcuni per la sua etichetta, la Doublemoon Records. Oltre che come dj, polistrumentista e compositore, ha lavorato come direttore d’orchestra, e tra le sue molte collaborazioni eccellenti si annoverano quelle con la coreografa Pina Bausch, i cantanti Peter Murphy e Natacha Atlas, il contrabbassista Mich Gerber, i pianisti Omar Sosa e Ludovico Einaudi. Nominato direttore musicale del progetto Güldestan (destinato a rappresentare la cultura e le arti turche in tutto il mondo) dal Ministero della Cultura del suo Paese, ha da poco pubblicato “Breath”, il suo ultimo album: un lavoro dagli “umori” mediorientali, che lo ha visto collaborare, tra gli altri, con la star della canzone kurda Aynur Dogan.

TARAF DE HAÏDOUKS
Vengono da Clejani, un piccolo villaggio romeno della regione storica della Muntenia, i Taraf de Haïdouks, ensemble composto da voci, violini, fisarmoniche, cimbali, contrabbasso e clarinetto, che prende il suo nome dagli antichi banditi della Romania feudale, che ancor oggi, nelle campagne, sono simbolo di libertà e giustizia sociale, e dell’arte di arrangiarsi di un popolo di fronte alle ingenuità del signore. Nella musica degli Haïdouks, influenze bulgare, turche e slave, e il forte senso della tradizione orale, con le antiche ballate che vengono tramandate di padre in figlio e si evolvono continuamente, trasformate dalle nuove generazioni. Dal 1991 a oggi hanno inciso sette album per l’etichetta belga Crammed (distribuita in Italia da Materiali Sonori), partecipato a prestigiosi festival internazionali e sono ormai conosciuti al di fuori dei confini europei, anche per aver suonato con il Kronos Quartet alla Royal Festival Hall di Londra, animato le sfilate dello stilista giapponese Yohji Yamamoto (il preferito di Wenders), e avuto una parte nel film e nella colonna sonora di The Man Who Cried di Sally Potter, accanto all’amico e fan Johnny Depp.

SUD SOUND SYSTEM
Dall’esordio discografico nel 1991, con il 12 pollici Fuecu/T’a sciuta bona, la parabola musicale dei Sud Sound System è sempre stata in crescendo, grazie alla freschezza delle trovate musicali che fondono il reggae con il dialetto salentino e l’impegno di testi senza retorica. Dalle piccole dance hall in provincia degli inizi alle apparizioni radiofoniche e televisive, fino ai numerosi concerti nel resto d’Italia e sui palchi di tutta Europa, il fenomeno Sud Sound System ha continuato a dilagare per un ventennio, apportando un contributo decisivo alla nascita del movimento reggae-raggamuffin in Italia. Nel corso degli anni, i Sud sono spesso usciti dai binari prettamente musicali per approdare ai set cinematografici, come quello di Liberate i Pesci di Cristina Comencini girato in Salento, diventando anche protagonisti dei corti realizzati dai registi Renato De Maria e Gianluca Sgalambro trasmessi dalla Rai. Oltre ai molti singoli e alle varie partecipazioni, hanno realizzato sette album a loro nome, tra cui “Ultimamente”, uscito lo scorso maggio, che ospita Ms. Trinity, Luciano, e gli affermati gruppi vocali giamaicani Tok e Voicemail.

LES TAMBOURS DU BURUNDI
Entrano in scena vestiti con i colori della loro bandiera, verde, bianco e rosso. I tamburi sulla testa, uno dietro l’altro, si dispongono in semicerchio attorno al tamburo centrale per cominciare la loro danza. Les Tambours du Burundi è un ensemble di danzatori e percussionisti considerato nel mondo l’ambasciatore della cultura burundese e di questo formidabile strumento, utilizzato per tutto il periodo monarchico solo nelle grandi occasioni per accompagnare il Re durante le cerimonie, e ancora oggi considerato sacro. Uno spettacolo tanto fisico quanto musicale, che coniuga danza, canto e ritmo percussivo e che trabocca di significati spirituali, giacché ogni passo, ogni battuta, ogni vibrazione ha un suo senso peculiare. Dall’anno della sua formazione, nel 1994, il RUR (Rythme Umurisho Rhythm), più noto come Les Tambours du Burundi, si è esibito in tutto il mondo, esprimendo attraverso uno spettacolo fatto anche di acrobazie, salti e balli, tutta l’esuberanza, la forza e la voglia di vivere in pace di un popolo devastato dalla guerra civile degli anni Novanta.

BALLAKÉ SISSOKO
Nato nel 1968 da una famiglia di griot maliani, Djelimoussa “Ballaké” Sissoko è un custode della tradizione, della storia e della cultura mandengue, ed è considerato tra i più grandi interpreti della kora del suo paese. Figlio di Djelimady Sissoko, grande maestro della kora mandinga, nella cui scuola inizia a studiare lo strumento fin da bambino, suona nel prestigioso Ensemble Instrumental National du Mali e accompagna vari cantanti maliani, prima di giungere sulla scena internazionale grazie alle collaborazioni con Toumani Diabate in “New Ancient String” e Taj Mahal nel progetto Kulanjan. Strumentista di enorme talento, Sissoko si ispira alla tradizione, forgiando uno stile personale e innovativo sempre aperto a nuove esperienze musicali.

L’apertura del concertone della notte della Taranta 2010 sarà fatta da:

PIERLUIGI MELE
Poeta, scrittore, regista teatrale, Pierluigi Mele è nato in Svizzera nel 1967 e vive e lavora nella provincia di Lecce. Dirige il Teatrolaboratorio Le Lune e svolge attività di pedagogia e didattica dello spettacolo, curando laboratori di recitazione, dizione, scrittura. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie e, nel 2009, il romanzo “Da qui tutto è lontano” (Lupo Editore).

JOE PETROSINO ( La Taranta nella Rete)
Chitarrista e voce solista della Joe Petrosino & Rockammorra Band, vincitori del concorso “Note per la Notte”, rientrante nel progetto La Taranta nella Rete, Luca Petrosino, in arte Joe, è nato nel 1978 e vive a Nocera Inferiore (SA). Specializzato in “Fonia&Midi” all’Università della Musica di Roma, prende parte a stage con Niccolò Fabi, Stefano Sastro e Massimo Varini. Si affaccia alla musica prima come chitarrista, poi passa al pianoforte, e infine approda agli strumenti tipici della musica tradizionale campana, come il mandolino e la tammorra. Arriva così alla musica popolare, mettendo a punto nuove sezioni ritmiche intrecciate da armonizzazioni vocali che si dipanano su una unica melodia, mettendo a punto un sound del tutto personale, il rockammorra, che fonde il mistero di canti iniziatici alle cantate glam-rock armonizzate da tammorre, batteria, chitarra elettrica, basso, mandola e mandolino. Un sound che si ritrova in “Rockammorra”, album di debutto uscito a gennaio 2010.

UCCIO ALOISI
Uccio Aloisi nasce nell’ottobre del 1928 a Cutrofiano. Cultore della tradizione musicale salentina, oltre a cantare, coltivando le straordinarie doti vocali che lo hanno reso il più famoso cantore di questa terra, punto di riferimento imprescindibile per accostarsi alla tradizione, Uccio Aloisi ha sempre lavorato la terra, estratto tufo dalle cave e fatto decine di altri mestieri. La sua particolare vocalità antica, caratterizzata da fioriture e abbellimenti, è fonte d’ispirazione per tutti i gruppi della riproposta musicale del Salento, ma anche per artisti internazionali affascinati dalle sonorità del sud.

Foto | Uccio Aloisi di claudiosagripanti