La settimana scorsa ho avuto il piacere di partecipare alla ricerca del tartufo nel basso Salento, insieme al tartufaio per eccellenza: Giuseppe Lolli. Paesaggi mozzafiato, colori vividi, una campagna bellissima, un gruppo di cani eccezionali.

Ho incontrato Giuseppe intorno alle 8.30, a Corigliano d’Otranto, nei pressi del Castello. Già prendere un caffè al Bar Castello e farsi una passeggiata mattutina nel centro storico di questa cittadina nel cuore del Salento, vale il viaggio. Giuseppe è una persona affabile, con la quale si instaura subito un rapporto di cordialità. Inoltre, non vede l’ora di farmi vedere questa delizia che è il tartufo bianco e nero di Corigliano d’Otranto. Una delizia che a me, nativo del luogo, è ancora sconosciuta.

Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso le campagne di Corigliano. Arriviamo sulle serre, collinette caratterizzate da allinemaenti di groppe sassose che nascondono all’interno degli ambienti molto diversi dalla pianura circostante. A prevalere è sempre l’ulivo, che qui assume delle forme molto contorte e soprattutto mi fa capire quanto lavoro ha fatto l’uomo per lavorare questa terra in condizioni estreme. Dando un’occhiata intorno, oltre agli ulivi, dappertutto troviamo pietre, muretti a secco e pajare, quelle che io definisco come la versione salentina del trullo: il numero e la densità di quest’ultime è davvero impressionante (vedi nelle fotografie di chiusura dell’articolo). Parlando con Giuseppe, ne esce fuori la sua idea: il posto sarebbe da rendere “Parco degli ulivi secolari e del tartufo”. Condivido.

Giuseppe mi guida in questo viaggio, che oltre ad essere una ricerca del tartufo, è anche una passeggiata in una campagna molto particolare, nella quale ogni tanto troviamo dei boschetti di quercia, luogo in cui il tartufo trova il suo habitat ideale. Ad accompagnarci ci sono tre dei suoi 20 (circa) cani: Big, Sesè e Gina, i tre della fotografia precedente nella quale sono addirittura saliti su una pajara! Giuseppe mi racconta dei suoi cani con una passione d’altri tempi, più passa il tempo più mi rendo conto che sono davvero un tutt’uno. E mi racconta anche le loro caratteristiche. Big, ad esempio, è il boss della ciurma, è tranquillo, metodico e lavoratore infaticabile, uno stakanovista, insomma. Sesè è ancora giovane, ma con un olfatto tremendo, potrebbe diventare il campione del futuro e ha un certo tatto per il tartufo bianco. Gina, invece, è una grande scavatrice, di solito interviene dopo che Sesè ha fiutato il luogo del tartufo.

Il cane Big in azione

La mia presenza in questa zona è dovuta la fatto che sto pianificando una proposta viaggio per dei fine settimana alla ricerca del tartufo salentino che renderò pubblica a breve. Alla fine della mattinata di ricerca, abbiamo trovato sia tartufi bianchi che tartufi neri, spostandoci in diverse zone, una più bella dell’altra. Alla fine di tutto, io e Giuseppe ci siamo seduti nei pressi di una pajara e abbiamo chiacchierato dei tartufi, registrando un video che metterò online nei prossimi giorni. Argomenti della chiacchierata? Caratteristiche del tartufo bianco e del tartufo nero, abbinamenti a tavola e presentazione del cane Big. Da vedere … Nel frattempo ecco alcune immagini della ricerca al tartufo.

Paesaggio di ricerca del tartufo a Corigliano d’Otranto

Interno di una pajara

Esterno di una pajara

Pajara, fico e fico d’india

Continua …