Tra tutte le località che potete visitare durante le vostre vacanze in Puglia, ce n’è una affascinante nell’entroterra: Massafra. Antonella Bufano ci racconta la sua esperienza di viaggio tra le sue chiesette, viuzze, gravine, citazioni di Pasolini e ricordi di Tebaide.

Per mano, accompagnata per mano attraverso i vicoli di Massafra, che corrono come arterie pulsanti lungo il tessuto di tufo che caratterizza le maestose gravine, straordinarie insenature naturali. Rione Gesù Bambino in dialetto U’ Bommin, ricco di stratificazioni, di contaminazioni, abitato da massafresi e da nuove genti arrivate qui dal mare, da sempre “passaggio-ponte” per riconquistare la libertà.

Camminando si respira la storia delle civiltà che hanno abitato queste grotte, dal neolitico con i primi insediamenti, per poi lasciare spazio alle colonie messapiche memoria della civiltà greca e romana, agli Afri popolazioni nordafricane, di pelle bianca e di origine latina, che si insediarono nelle grotte del territorio delle gravine, originando quella che oggi viene definita “civiltà rupestre “. Da loro sembra che derivi il nome originario della città “Massa-Afra” (alcuni sostengono che durante la campagna di guerra di Annibale, un po’ di soldati si insediarono nel territorio massafrese originando il toponimo). Giunsero poi i monaci Basiliani, a seguito della persecuzione iconoclasta di Leone l’Esaurico; con loro le gravine furono utilizzate anche come luogo di culto ed eremitaggio; oltre agli anfratti destinati ad usi civili, vennero scavate numerose chiese rupestri in cui le prime comunità cristiane potevano riunirsi (Cripta di Santa Marina, San Leonardo, La Candelora). Durante il Medioevo si succedettero le dominazioni longobarda, normanna, sveva, angioina ed aragonese di cui rimangono testimonianze nella cittadina, come il castello. Seguì il governo di nobili famiglie quali i Pappacoda, i Carmignano e i principi Imperiali sino al 1778.

Scivolando fra le stradine strette si può leggere, ascoltare, percepire la vita che vibra in questo paese diviso fra le due gravine di San Marco e della Madonna della Scala e collegato attraverso ponti. Il bianco è più bianco all’ora dei fantasmi, i colori sono intensi, caldi, netti, palpabili. Mi perdo ad osservare attraverso piccole ferite nei muri, per scoprire bellezze artistiche come la Chiesa di S. Agostino, un monumento di interesse storico artistico invidiabile, espressione del barocco pugliese, realizzato subito dopo la metà del ‘500. Dopo i recenti lavori di restauro sarà destinato ad una scuola di specializzazione scientifica e formazione professionale con museo didattico per restauratori, specializzati per le opere artistiche rupestri. Si scorgono giardini profumati dalla presenza di alberi di agrumi, di olivi; osservo attraverso il filo spinato testimonianza dell’antico uso di difendere la proprietà. Il tutto ricorda un po’ la Palestina, e la stessa sensazione probabilmente la ebbe il maestro Pier Paolo Pasolini che scelse Massafra per ricostruire i territori attorno a Nazaret nella sua opera “Il Vangelo secondo Matteo” (1964). Al 1951 risale la sua prima visita nella città; ne è testimonianza un articolo pubblicato su “Il Quotidiano” dove, firmando con lo pseudonimo di Paolo Amari, scriveva:

“… al di là del ponte si trova il centro della città, una piazza affollata verso sera, come in un giorno di festa. E una calca di uomini vestiti di nero e ragazzi disegnati con il diamante e il carbone. Attorno a questa piazza si aggrovigliano, come visceri, i vicoli e le stradine scoscese, attraverso cui si regrediscono fino nel cuore del tempo. Il puro medioevo, intorno …”.

Così descriveva il centro storico di Massafra, una dichiarazione significativa attraverso la quale emerge la passione di Pier Paolo Pasolini per quei luoghi che sarebbero diventati il set del film. Massafra condivide questo privilegio con i paesi di Matera, Ginosa e Gioia del Colle, per citare i principali, la cui visita è vivamente consigliata. Percorro la scalinata che porta al Santuario della Madonna di tutte le Grazie ubicato nelle parte sud della gravina della Madonna della Scala, in corrispondenza delle “Forche”. Costruito attorno al 1648. All’interno si conservano i resti della chiesa rupestre di Sant’Eustachio e di altre due chiese rupestri: Santa Maria Maddalena e Santa Parasceve. Vi ricordo che Massafra è nota come la Tebaide d’Italia un’espressione coniata dallo storico locale Vincenzo Gallo, con cui s’intende sottolineare la ricchezza degli insediamenti rupestri e l’importanza ricoperta dalle gravine.

Riscopro il mio paese di origine e sento il desiderio di voler condividere l’emozione perché voi possiate conoscere questa meravigliosa “realtà”, parte integrante della straordinaria Terra di Mezzo che è la nostra Puglia.

Antonella Bufano
aka Azadì, che in arabo significa ‘libertà’. Il nome Azadì-m nasce in occasione della sua prima mostra fotografica ‘Nuotando nell’aria’ (Ravenna, settembre 2009). La passione per la fotografia si è fatta strada nel tempo, continua a coltivarla, è fonte di nutrimento emotivo e strumento per esprimere sentimenti, valori, idee. Nella vita Antonella è Psicologa Psicoterapeuta, Consulente Commerciale per un Ente di Formazione. Vive a Ravenna da 10 anni. E’ nata in Puglia a Massafra (Ta) il 25 gennaio 1973.

Potete seguirla sul suo sito internet www.azadimfoto.it