Una novità molto importante nel nostro settore delle locazioni turistiche: la banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati alle locazioni brevi (che d’ora in poi chiamerò banca dati locazioni brevi).

Riferimenti legislativi

I riferimenti legislativi sono i seguenti: l’articolo 13-quater del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34 convertito con modificazioni dalla legge 28 giugno 2019, n. 58 e il decreto ministeriale prot. 1782 del 29 settembre 2021, recante le modalità di realizzazione e gestione della banca dati.

Che cosa è la banca dati locazioni brevi?

Lo Stato italiano ha creato un database in cui registrare tutte le strutture ricettive e gli immobili destinati a locazione breve (quindi turistica). Se affitti un immobile ai turisti: devi registrare il tuo immobile presso la banca dati. Per le informazioni tecniche e dettagliate rimando a questo articolo di Fisco e Tasse. Qui, invece, spiego velocemente di cosa si tratta.

Una volta registrato il proprio immobile presso la banca dati, il sistema attribuisce allo stesso un codice identificativo alfanumerico. Tale codice rappresenterà l’immobile in tutte le pubblicazioni online e offline (ad esempio, pubblichi l’immobile su un sito di affitti per acquisire i tuoi clienti? devi pubblicare anche il codice). Qualora le regioni avessero già adottato un proprio codice identificativo regionale, vale quest’ultimo.

La banca dati raccoglierà diverse informazioni sugli immobili concessi in locazione turistica:
a) tipologia di alloggio;
b) ubicazione;
c) capacità ricettiva;
d) estremi dei titoli abilitativi;
e) soggetto che esercita l’attività ricettiva;
f) codice identificativo regionale, ove adottato, o codice alfanumerico.

Come funziona in Puglia?

La Puglia, avendo già adottato il CIS – Codice Identificativo di Struttura da diverso tempo, dovrebbe automaticamente inviare alla banca dati nazionale tali informazioni. Per capire come ottenere il CIS qualora ancora non lo hai richiesto, clicca su questa nostra guida.

Quali implicazioni sul nostro settore di affitti brevi?

Personalmente, penso siano due i punti più rilevanti.

1) L’obbligatorietà del codice alfanumerico a breve taglierà via tutti quelli che ne sono sprovvisti.

Si prevende, infatti, che da qui a pochi mesi, per poter pubblicare il proprio immobile sulle OTA (Online Travel Agencies) quali Booking.com oppure canali tipo Airbnb, … bisognerà per forza inserire in un campo il codice. Questo perchè i colossi dell’intermediazione delle vacanze online si stanno muovendo verso una sempre maggiore collaborazione con lo Stato. Iscrivere il proprio immobile in banca dati significa anche emergere dall’anonimato. E qui passiamo al punto successivo.

2) Lotta contro l’evasione fiscale nel settore turistico

Come scritto nella legge di bilancio 2022, art. 21: “Per le esigenze di contrasto all’evasione fiscale e contributiva, la banca dati è accessibile all’amministrazione finanziaria degli enti creditori per le finalità istituzionali”.

Si tratta di tutte le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici (oltre 20mila) che comprendono, oltre ad Agenzia delle Entrate, INPS e Inail, anche gli ottomila comuni italiani, tra cui sono inclusi i circa mille comuni che applicano l’imposta di soggiorno. Tutti questi enti vantano crediti verso i cittadini e le imprese.

In sostanza: sarà sempre più difficile evadere i pagamenti delle imposte, i versamenti della tassa di soggiorno e tutto ciò che concerne il carico fiscale di una locazione turistica.

Per approfondire, vi rimando a questo articolo da cui ho preso spunto Banca dati Affitti brevi, il Governo cala la scure anti evasione: ecco come staneranno i furbetti.

Se siamo sulla buona strada lo dirà solo il tempo e l’applicazione della banca dati locazioni brevi. Per il momento noi consigliamo a tutti i proprietari di adeguarsi quanto prima.