Un pezzo di natura e mare salentino da vedere quando siete in zona a trascorrere le vostre vacanze sono la Salina e le Dune di Torre Colimena (Palude del Conte e Dune Costiere) nella riserva naturale del Litorale Tarantino Orientale. La salina si chiama Salina Vecchia o dei Monaci, e si trova appena a nord di Torre Colimena per circa 25 ettari di grandenza.

E’ una depressione chiusa da dune verso il mare e da collinette verso terra, al cui interno c’è l’acqua del mare. In passato l’acqua era riversata dalle mareggiate, poi fu regolata con delle chiuse in legno, in alcuni punti potete ancora vedere gli alloggiamenti. La salina c’èra già in epoca preistorica e insieme ad altri luoghi simili sparsi nella zona, si pensa sia stata la fonte di ispirazione per i Romani per chiamare la zona col nome di …Salento, cioè luogo provvisto di sale. Appena a ridosso del mare c’è una bella spiaggia di sabbia che potete visitare liberamente: è la spiaggia di chi va al mare a Torre Colimena. Vi lascio con alcuni miei scatti fotografici fatti in una giornata con mare un po’ mosso e cielo un po’ nuvolo e, dopo le foto, vi riporto il testo del cartello informativo posto all’ingresso della salina per chi di voi volesse approfondire la conoscenza della zona.

Testo del pannello informativo
Per i Romani il sale costituiva fonte enorme di ricchezza e ne utilizzavano gli introiti per ricostituire le casse dell’erario nei momenti di maggiore difficoltà. Successivamente, fu posseduta dai Saraceni, ma poi, in qualche modo, rientrò in possesso dei manduriani che nel 1464 la donarono a Ferdinando d’Aragona. La Salina era circondata dalle campagne di proprietà del monastero dei padri Cassinesi di San Lorenzo d’Aversa, i quali nel 1754 ebbero riconosciuto il diritto alla restituzione. La produzione di sale proseguì fino al 1812, ma già all’epoca del Catsto Onciario i fabbricati erano stati adibiti a masseria, essendo divenuta la pastorizia l’attività principale. Posizionato nel centro nord del bacino, si trova il Deposito del sale, costituito da un grande stabile ad impianto quadrato diviso in tre comparti rettangolari di diverse dimensioni, il tutto realizzato in conci di tufo ben squadrati. Tali ambienti sono ricoperti da volte a botte e hanno il pavimento, rivestito da lastre di calcarenite, che si presenta convesso per permettere un più facile drenaggio dell’acqua dai mucchi di sale che si ponevano sulla linea mediana più rilevata. Addossata a questo stabile si trova la cadente torre, composta da due vani sovrapposti, con base quadrata di circa dieci metri di lato ed alta circa dodici. A meno di cento metri ad ovest del deposito si trova il rudere della cappella dedicata alla Madonna del Carmelo, risalente al secolo XVI. Quest’area, il cui sale residuo affiorante brilla sotti i raggi solari estivi, è l’ultima testimonianza delle saline che erano presenti sulle coste del Salento. Essa possiede le caratteristiche di terra marginale, che costituisce un raro esempio di paesaggio originale. Gli habitat naturali ivi presenti sono numerosi, essendo un angolo di terra decisamente diverso e per certi aspetti contrastante con il territorio che lo circonda. In particolare, la vegetazione è rappresentata da un anello di piante, unico nel suo genere, derivato dalla selezione naturale realizzata dalla elevata salinità del fango. Sopravvivono, dunque, solo le piante dotate di un elevato sviluppo dei parenchimi acquiferi, cioè con tessuti costituiti da cellule con grosso vacuolo, capace di contenere le soluzioni acquose di molti ioni derivati da sali disciolti.

Questa spiaggia è facilmente raggiungibile in 10 minuti di auto se siete a Porto Cesareo oppure a Torre Lapillo. Inoltre, è ad appena due chilometri dalla spiaggia di Punta Prosciutto. Per maggiori informazioni sulla zona andate sul sito della Riserva Naturale del Litorale Tarantino Orientale